venerdì 20 agosto 2010

Sulla violenza


Una delle accuse più comuni mosse agli Autonomi è: "siete violenti!".
Prima di spiegare meglio le nostre azioni, cerchiamo di dare una definizione del termine "violenza". Una delle definizioni più comuni sostiene che la violenza sia "l'azione fisica o psichica esercitata da una persona su un'altra (anche se può, nella specificità del termine, includersi l'azione fisica e psichica di un uomo su un animale)". Ci preme aggiungere, a tutto ciò, che anche l'azione fisica esercitata su una forma di vita vegetale (ad esempio, gli alberi) va considerata una violenza.
Da questa prima definizione, quindi, sono escluse le "cose": negozi, auto, pompe di benzina, Mc donald's, banche... Nel caso in cui l'azione fisica sia esercitata su una di queste "cose", non si fa Violenza ma Vandalismo. Quando vediamo, quindi, i cittadini greci scesi in piazza a difendere le loro esistenze dalla crisi capitalistica che le sta distruggendo, e li vediamo attaccare le banche, non stiamo assistendo ad una azione violenta. L'azione violenta è quella di chi ha generato quella crisi economica, che sta inficiando fisicamente e psichicamente la vita dei cittadini e dei lavoratori greci. Anche in quel caso, quindi, la "presunta" violenza dei manifestanti è conseguenza della "certa" violenza dei governanti e del Sistema.

Continuiamo con un approfondimento riferito alla definizione sopra esposta:
"La violenza non necessariamente implica un danno fisico. L'indurre a un certo comportamento sotto:
la minaccia, il plagio, l'imposizione d'autorità contro la volontà del soggetto, sono alcuni esempi di violenza non fisica".
Questa definizione pone l'accento su tre esempi di violenza che i cittadini ed i lavoratori subiscono QUOTIDIANAMENTE:

la minaccia (di perdere il posto di lavoro, di essere licenziati, di non aver rinnovato il contratto, di non arrivare a fine mese, di non riuscire a pagare un mutuo per 30 anni, di essere linciati o arrestati se si protesta, di essere espulsi da un Paese perchè clandestini, ecc...);

il plagio (il lavaggio del cervello cui siamo soggetti, il finto pluralismo televisivo, il proliferare dei reality, la cancellazione dai palinsesti dei programmi d'informazione, lo spostamento ad orari improbabili dei programmi qualitativamente migliori, l'epurazione dei giornalisti poco asserviti, i telegiornali gestiti dal Sistema, la scelta delle notizie da dare, l'insistenza e la ripetitività delle notizie, l'imposizione di modelli estetico-culturali filosistemici, ecc...);

l'autoritarismo inteso nella sua accezione negativa (l'emanazione di leggi liberticide, l'imposizione di nuove tasse, la tutela e la difesa a prescindere delle forze dell'ordine, la tessera del tifoso, le impronte digitali, la presenza delle forze dell'ordine nei quartieri dei ricchi e l'assenza delle stesse nei quartieri popolari, le restrizioni cui sono soggetti gli immigrati, l'imposizione di costumi e stilemi culturali clericali o liberisti, ecc...).

Questi tre esempi di violenza, che subiamo quotidianamente, causano necessariamente: una assuefazione della Massa; una reazione del Popolo, o meglio delle sue avanguardie e minoranze. L'eventuale risposta violenta del Popolo va, quindi, intesa come una REAZIONE alla violenza cui quotidianamente lo stesso Popolo è soggetto.

La violenza, pertanto, non va elogiata ma va compresa in quanto, molte volte, è più che giustificata.




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