martedì 24 agosto 2010

La Fiat, ovvero la distruzione di ogni diritto dei lavoratori.



Con sommo disgusto, riteniamo inconcepibile ciò che la Fiat sta facendo ai tre lavoratori licenziati perchè avrebbero, durante uno sciopero, bloccato la catena di montaggio ed impedito di continuare a lavorare.
Un giudice ha assolto da tale accusa i tre lavoratori (colpevoli in realtà di essere iscritti alla FIOM - Cgil).
Lo stesso giudice ha deliberato che i tre debbano tornare al lavoro subito.
Nonostante ciò, la FIAT ha dichiarato di voler impedire ai tre di tornare al loro legittimo posto di lavoro: possono stare in azienda e svolgere solo attività sindacale, nessuna attività lavorativa.

I tre lavoratori, oggi, hanno scritto una lettera al Presidente Napolitano.
"Signor presidente - dicono - per sentirci uomini e non parassiti di questa società vogliamo guadagnarci il pane come ogni padre di famiglia e non percepire la retribuzione senza lavorare". La decisione della Fiat Sata "di non reintegrarci nel nostro posto di lavoro è una palese violazione della legge" ma, aggiungono, "in uno Stato di diritto non dovrebbe essere neppure consentito di dichiarare a tutti (stampa compresa) di voler disattendere un provvedimento legalmente impartito dalla autorità giudiziaria con ciò mostrando disprezzo per la Costituzione e per le leggi".

Sono ben lontani i tempi in cui le questioni di fabbrica le risolvevano gli stessi operai.
Sono ben lontani i tempi in cui i dirigenti della Fiat Sata avrebbero tremato all'idea di impedire a tre lavoratori di lavorare, dopo che un giudice aveva dato loro ragione.
Sono lontani circa 30-40 anni i tempi in cui i lavoratori potevano legittimamente ambire a gestire, in maniera autonoma, la produzione e le turnazioni dell'officina o della fabbrica.

Lo diciamo con amarezza: quei tempi sono andati, quei sindacalisti sono morti, quei movimenti dei lavoratori non ci sono più. E non ci saranno mai più. Il Novecento è passato, capitolo chiuso.
Anche il Capitalismo ha chiuso col Novecento: a partire dal 1989, dalla caduta del Muro, il Sistema ha avuto coscienza di sè e si è ristrutturato.
Sono venti anni che il Sistema, senza più nessun reale concorrente o avversario, ha modificato gli strumenti del proprio dominio senza modificare affatto la natura del dominio stesso. Il mondo unipolare ha garantito al Sistema e ai suoi servitori (quelli che noi chiamiamo "governanti") di crescere, arricchirsi, strutturarsi senza nessun limite, vincolo, ostacolo.
La Globalizzazione è, per l'appunto, la conseguenza di tutto ciò. Nessuna Unione Sovietica o Cina Popolare sul cammino della globalizzazione: l'URSS era morta e la Cina Popolare aveva ormai abbracciato il Capitalismo, trasformandosi da "nemico" a "partner commerciale".

Anche la Fiat, nonostante la morte degli Agnelli, si è ristrutturata. Il Valletta di oggi si chiama Marchionne. L'Agnelli di oggi si chiama Elkann. E, badate bene, non sono la stessa pasta dei predecessori. Valletta fece ciò che fece in quell'epoca, con quegli avversari e quegli obiettivi. Marchionne vive in un'altra epoca, utilizza strumenti diversi, non ha avversari degni di tale nome (basta vedere Cisl e Uil), ed ha obiettivi diversi da quelli di Valletta.
E' importante capire ciò: la contrapposizione dura e radicale alle logiche economiche e sociali alla Fiat non può essere fatta come 30-40 anni fa.
Diciamolo chiaro e tondo: non c'è spazio per nuove BR. Ma non c'è nemmeno più spazio per le concertazioni. E' tra questi due poli che deve inserirsi una azione di contrasto autonoma e radicale.

Il diritto al lavoro e alla vita non si concertano. Si conquistano.

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